
Per chi ama l’architettura, o, semplicemente il Bello, uno dei MUST di Los Angeles è Hollyhock House.
Patrimonio dell’Unesco dal 2016, questa villa è uno dei capolavori di Frank Lloyd Wright, archistar americana di quando le archistar ancora non esistevano.
L’edificio fu costruito tra il 1919 e il 1921 nel quartiere di East Hollywood, sulla collina di Olive Hill, per volere della mecenate Aline Barnsdall, ricchissima ereditiera che sognava una comunità progressista bohemien votata all’arte.
Wright lo progettò e ne seguì la costruzione via telegrafo dal Giappone, dove stava realizzando l’Imperial Hotel di Tokyo.

Dopo un restauro di tre anni, che l’ha riportata all’originaria bellezza, è di nuovo possibile visitare Hollyhock House: ne vale davvero la pena.
L’edificio è un sogno: io ho avuto la fortuna di vederlo durante il mio viaggio on the road degli Stati Uniti ed è una tappa che mi è rimasta nel cuore.
In una Los Angeles che sinceramente mi ha deluso (ebbene si!) dal cielo sempre nuvoloso e super trafficata, vi ho trovato una oasi di bellezza.
L’edificio “vive” nel rapporto con il parco ed i giardini: oltre alla corte centrale, ogni spazio della casa si affaccia su un giardino dedicato e la luce naturale fa vibrare l’atmosfera degli interni.
Ed è alle aiuole di malvarosa (hollyhock) che incorniciano la costruzione che la casa deve il suo nome: su richiesta della Barnsdall quello che era il suo fiore preferito diventò motivo decorativo astratto di cornici, parapetti e pinnacoli.


Architettonicamente, l’edificio si colloca nel passaggio tra le Prairie Houses degli inizi allo stile più monumentale delle Textile Block Houses costruite negli anni immediatamente successivi; riflette già l’influenza esercitata sullo stile di Wright dalle costruzioni delle antiche popolazioni Maya.
E’ il primo dei progetti costruiti a Los Angeles dall’architetto e segna la nascita di uno stile architettonico proprio della California del Sud, definito dall’architetto “California Romanza”.





